Consorzio Target Sinergie entra nella cordata per far ripartire il calcio a Rimini. Con una quota del 5% l'azienda consortile riminese ha deciso di appoggiare il progetto che ruota intorno all'imprenditore Biagio Amati per rilanciare la società calcistica biancorossa, dopo che la precedente proprietà, il 3 marzo 2010 ha annunciato il disimpegno dalla squadra, non iscrivendola al campionato. Si riparte dalla serie D, quindi, per i biancorossi.

«Una nuova avventura tutta in salita per la squadra cittadina, che abbiamo deciso di sostenere per diversi motivi – dice Tommaso Pirozzi, che rappresenterà Target Sinergie nel Cda della compagine calcistica riminese – Il più ovvio è che lo sport cittadino è comunque da sostenere ed aiutare. A maggior ragione se rappresenta una città come Rimini, che fa parte dell'immaginario collettivo italiano, e una squadra che ha 98 anni di esistenza, e che ha donato tantissime emozioni ai tifoci, anche discordanti: dalle gioie delle promozioni in serie B alle brucianti retrocessioni. In questo momento la Rimini Calcio non può essere abbandonata al suo destino. Non dimentichiamo che la squadra non è naufragata a causa di debiti o di un fallimento, anzi. E' stata semplicemente lasciata a sé stessa. Quindi c'erano e ci sono le condizioni perché il calcio riminese continui ad avere una propria bandiera da portare sui campi di gioco».

Non hanno pesato sulla decisione di investire sul progetto di rinascita del Rimini solo l'affetto per lo sport e della città dove la società consortile Target Sinergie è nata e opera. C'è anche il settore giovanile da salvare. «In confronto quel che rappresenta questa realtà giovanile, così viva e importante, l'attaccamento allo sport cittadino va quasi in secondo piano. - spiega Tommaso Pirozzi - La giovanile del Rimini è un patrimonio immenso, non economico ma educativo. E' stato riconosciuto come uno dei centri giovanili più importanti d'Italia, ha visto crescere e fiorire campioni. Ma sopratutto è stato e vogliamo che resti uno dei maggiori luoghi dell'educazione dei nostri ragazzi. La giovanile ha insegnato, generazione dopo generazione, valori importanti: non possiamo disperdere un tale patrimonio».